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Telegram e Whatsapp: crittografia e miti

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Telegram e Whatsapp: crittografia e miti

Con circa 500 milioni di utenti, Telegram è diventato un grosso problema per WhatsApp, incapace di competere con Telegram in termini di qualità e privacy. Questi sono i 3 falsi miti su Telegram che vengono raccontati (dal marketing nascosto di Facebook?).

Mito 1. “Telegram non è open-source”. In realtà, tutte le app client di Telegram sono open source dal 2013. La sua crittografia e le API sono documentate al 100% ed esaminate migliaia di volte da esperti di sicurezza. WhatsApp rende invece impossibile la verifica.

Mito 2. “Telegram è russo”. Telegram non ha server o uffici in Russia e lì fu addirittura bloccato dal 2018 al 2020. Telegram è ancora bloccato in paesi autoritari come l’Iran mentre WhatsApp e altre app “apparentemente sicure” non hanno mai avuto problemi in queste nazioni.

Mito 3. “Telegram non è crittografato”. Ogni chat su Telegram è crittografata dal lancio. WhatsApp, al contrario, ha avuto zero crittografia per alcuni anni, quindi ha adottato un protocollo di crittografia finanziato dal governo degli Stati Uniti.

(L’articolo cita alcuni contenuti pubblicati da Pavel Durov, fondatore di Telegram, sul suo canale Telegram)


Abbiamo parlato di Telegram anche in:

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