La guerra dell’informazione e i meme. Come i meme, tramite foto divertenti e GIF, riescono a trasmettere messaggi politici e sono un elemento essenziale della guerra dell’informazione.
I meme sono utilizzati come parodie di persone o eventi tramite la riproposizione di immagini di fatti reali con lievi modifiche o semplicemente aggiungendo parole o frasi. Un’imitazione dei fatti narrati dai media giovando spesso sulle incoerenze o sulle contraddizioni. Il termine meme deriva infatti dalla parola greca “mimeme”, che significa imitazione.
I meme possono costituire un intrattenimento innocuo ma possono anche riuscire a comunicare messaggi politici. Dan Pfeiffer, che è stato direttore delle comunicazioni della Casa Bianca sotto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, ha in passato affermato che immagini, meme e video condivisi online sono estremamente importanti per conquistare l’elettorato.
Le campagne politiche sono ora una moderna guerra dell’informazione (information warfare) con massicce operazioni di propaganda, spesso eseguite tramite bot che alimentano l’indignazione e attraggono l’attenzione di altri media. Pagine Facebook create nelle ex repubbliche sovietiche spesso raggiungono più persone del New York Times e paesi stranieri, come Cina, Russia o Iran, che cercano di intervenire attivamente nelle elezioni.
Negli Stati Uniti, e sempre più frequentemente anche in Italia, i meme vengono utilizzati per motivi politici. Donald Trump Jr., che su Instagram si è definito “Generale nelle Guerra dei Meme“, è una delle tante figure di alto profilo che diffondono meme politici. Uno di questi mostra il presidente Trump che indica lo spettatore. Il testo di accompagnamento recita: “In realtà, non stanno inseguendo me, stanno inseguendo te. Io sono solo d’intralcio”. Questo meme è stato condiviso dallo stesso presidente Trump. A luglio, Twitter ha impedito la condivisione del meme sulla sua piattaforma portando come motivazione il fatto che utilizzava una foto protetta da copyright.
La guerra dell’informazione e la pandemia
La “guerra dell’informazione” basata sui meme è presente anche nelle discussioni online sulla risposta alla pandemia di coronavirus. Grazie ai meme, i cosiddetti “negazionisti” stanno subendo una radicalizzazione in tempo reale senza precedenti, con comunità online aventi interessi sovrapposti hanno iniziato a mescolarsi.
Messaggi divisivi vengono condivisi anche all’interno di gruppi Facebook che generalmente sono apolitici. Questo è uno dei motivi per cui le piattaforme social media forniscono un terreno fertile per far prosperare i gruppi marginali e a far intrappolare le persone in echo chambers che confermano le loro convinzioni preesistenti.
Leggi altre notizie su Propaganda Politica Online su Affari Politici
Commenti