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L’OSINT e l’attacco a Washington DC

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L’OSINT e l’attacco a Washington DC

Dopo l’assedio al Campidoglio a Washington DC del 6 gennaio scorso, la polizia ha potuto utilizzare un’enorme quantità di dati online ed ha potuto ampiamente sfruttare la tecnologia di riconoscimento facciale per confermare l’identità di molte delle persone fotografate.

Molti rivoltosi si sono infatti fermati a posare per foto e hanno addirittura rilasciato interviste entusiaste in live streaming. Ogni foto caricata, messaggio pubblicato e streaming condiviso ha creato quindi un torrente di dati che la polizia, i ricercatori, gli attivisti di parte avversa e i giornalisti hanno potuto archiviare e analizzare. Noto come investigazione open-source, o OSINT in breve, questo è uno sviluppo nella sicurezza che esiste da vari anni ma negli ultimi anni sta diventando sempre più efficace. Organizzazioni come Bellingcat conducono indagini digitali dettagliate utilizzando i dati disponibili attraverso il web e altre tecnologie in rete. I metodi OSINT sono utili nella maggior parte dei settori professionali, ma in particolare per attività legate alla sicurezza e al giornalismo. I dati biometrici, come le impronte vocali e le immagini dei volti, abbinati ai post e alle storie pubblicati sui social media e ai dati sulla posizione possono essere utilizzati per confermare l’identità e la posizione delle persone.

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