La storia di Simulmatics e di come anticipò l’uso dei big data per influenzare le elezioni e prevedere le rivolte durante gli anni della guerra fredda
Durante gli anni della guerra fredda un’azienda americana usava il targeting degli elettori e anticipò molte delle controversie odierne sui big data.
La società era la Simulmatics Corporation, fondata a New York nel 1959 (Simulmatics, un mash-up delle parole “simulazione” e “automatico”, quello che oggi indichiamo generalmente come “intelligenza artificiale – AI).
Simulmatics effettuava analisi come la simulazione delle elezioni e anticipò di molti anni l’ormai defunta azienda britannica Cambridge Analytica che lavorò a favore della Brexit nel 2015 e durante la campagna elettorale presidenziale statunitense di Donald Trump nel 2016.
Le origini di Simulmatics erano legate all’esigenza di trovare alternative all’inaffidabilità dei sondaggi. Esattamente come oggi, epoca in cui i sondaggi vengono soppiantati sempre più spesso dalla data science: perché preoccuparsi di telefonare a qualcuno per chiedergli la sua opinione quando puoi scoprirlo tracciandolo online?
Nel 1956 Simulmatics fu ingaggiata dai democratici americani per un’analisi dei “dati di massa” (massive data), quelli che oggi vengono chiamati “big data”.
Dopo anni di crescenti successi, Simulmatics iniziò ad avere crescenti difficoltà a partire dal 1969 quando i manifestanti studenteschi al MIT accusarono l’azienda di crimini di guerra per il suo lavoro in Vietnam.
Ma soprattutto c’erano problemi evidenti in queste prime analisi predittive. I dati erano scarsi e i computer erano ancora troppo lenti. Simulmatics dichiarò fallimento nel 1970 e svanì apparentemente nel nulla.
Solo apparentemente, però. Perché Ithiel de Sola Pool, uno delle forze trainanti di Simulmatics e principale accusato di essere un criminale di guerra, divenne uno dei fondatori del MIT Media Lab. Il lavoro di Pool è alla base delle regole – o della mancanza di esse – che prevalgono su Internet. Pool finanzio anche uno studio dei “social network” (termine da lui coniato) e probabilmente senza di esso, oggi non ci sarebbe Facebook.
La storia di Simulmatics è stata raccontata nel libro “If Then: How the Simulmatics Corporation Invented the Future” scritto dalla storica americana Jill Lepore e pubblicato in questi giorni.
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