Il ministro Bonafede: «Gli innocenti non finiscono in carcere»
Il ministro Bonafede: «Gli innocenti non finiscono in carcere». Questa la frase sfuggita al ministro in tv. Durante la puntata del 23 gennaio di Otto e Mezzo Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, eletto con il Movimento 5 Stelle, ha parlato della riforma della prescrizione entrata in vigore a gennaio.
La riforma prevede il blocco assoluto della prescrizione dopo la sentenza di primo grado: nessun processo finirà mai in prescrizione se è arrivato almeno a una sentenza di primo grado, sia in caso di condanna che di assoluzione.
A questo proposito la giornalista di Repubblica Annalisa Cuzzocrea gli domanda se: «ogni tanto non pensa agli innocenti che finiscono in carcere»
Il ministro Bonafede risponde: «Gli innocenti non finiscono in carcere».
Dal 1992 al 2018 27 mila persone sono state risarcite dallo Stato perché ingiustamente incarcerate.
Nell’approfondimento pubblicato da Agi lo scorso 29 gennaio si legge che “dal 1992 (anno da cui parte la contabilità ufficiale delle riparazioni per ingiusta detenzione presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze) al 30 settembre 2018, si sono registrati oltre 27.200 casi: in media, 1.007 innocenti in custodia cautelare ogni anno”.
Secondo lo stesso articolo, la popolazione carceraria complessiva, che comprende cioè sia condannati sia indagati sottoposti a misura cautelare, ha oscillato negli ultimi anni tra i 30 e i 60 mila detenuti circa: quindi un trentesimo/un sessantesimo di questi risulta poi innocente.
Successivamente il ministro (e avvocato) Bonafede volle spiegarsi e precisò: «La mia frase non poteva destare equivoci. Quando ho detto che gli innocenti non vanno in carcere mi riferivo a coloro che vengono assolti».
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