La disinformazione e le tecniche di manipolazione di Internet
La disinformazione è profondamente radicata nella guerra e nella politica.
Da molto prima dei social media, dei troll, dei bot e del phishing, l’Unione Sovietica era notoriamente famosa per l’uso della falsa propaganda. Il KGB le definiva “misure attive”. Si trattava di una strategia pensata per creare false narrazioni o anche per diffondere la disinformazione e ottenere un vantaggio militare o politico. Il termine russo per queste tecniche di manipolazione era “dezinformatsiya“ ma in occidente divennero note come tecniche di “disinformazione”.
Tuttavia la portata delle campagne di disinformazione nell’era pre-Internet era piuttosto limitata perché la maggior parte del contenuto che veniva letto era attribuibile ad una chiara paternità. A quei tempi una propaganda efficace con le relative tecniche di manipolazione diventava possibile solo se c’erano alleati attivi che operavano sul terreno, da qui la necessità di avere agenti sovietici o autori ed editori che fossero in sintonia con i sovietici e operassero sul territorio.
Nella nostra era di Internet è cambiato quasi tutto e tutte le informazioni diventano sospette dal momento che le presunte “notizie” sui social media circolano anche senza una chiara attribuzione delle fonti e non sussistono prove di autorità o autenticità.
Quali sono le tecniche di manipolazione su Internet?
La nostra capacità di attenzione tende a diminuire con l’aumentare delle informazioni che ci vengono presentate ogni giorno. In più l’impulso a rincorrere le novità ci fa passare sempre più velocemente a temi nuovi. Questa situazione crea un terreno fertile per la diffusione della disinformazione e per le campagne di manipolazione.
Ecco alcune delle principali tecniche di manipolazione su Internet:
Il termine deriva da una marca di erba artificiale che era stata realizzata per sembrare vera. Un esempio di astroturfing è quello dei commenti fatti su social media, blog o siti web da autori diversi che sembrano non coordinati e vengono percepiti come derivanti da una campagna spontanea “dal basso” di cittadini ben intenzionati. L’astroturf implica che queste promozioni siano, in effetti, orchestrate da un’agenzia di pubbliche relazioni o di marketing. Queste agenzie possono essere finanziate da stati nazionali, organizzazioni non governative o aziende private.
• Gaslighting
Il nome allude alla frase “aggiungere benzina al fuoco” e implica una sorta di manipolazione psicologica su un individuo o gruppo mirato a distorcere il loro senso della realtà. Le vittime di solito non sono effettivamente consapevoli dei fatti reali e sono informati tramite una narrativa falsa, che fa perdere loro il controllo della realtà o giunge a negare la realtà.
• Sock Puppet
Questa tecnica consiste nella costruzione di identità e profili falsi. La natura falsa delle identità create consente di scrivere commenti controversi e offensivi prendendo posizione su questioni profondamente di parte o divisive. Il tutto mentre gli autori dei commenti sembrano essere persone reali senza obiettivi nascosti. Questa tecnica viene usate anche per pubblicare commenti impersonando altre persone.
• Clickbait
Questa tattica comporta la creazione di post fuorvianti o imprecisi utilizzando un titolo o un’immagine provocatoria che induca la vittima a cliccare sul link e leggere il contenuto. Il contenuto spesso risulta non correlato o meno sensazionale del titolo stesso e in taluni casi chi clicca finisce per scaricare malware dannoso. I titoli clickbait possono anche essere progettati per polarizzare l’attenzione delle persone e farle concentrare su determinati temi. Questa tattica può consentire a uno specialista della disinformazione di manovrare leve “emotive” insieme all’ottenimento del clic. Per questo, oltre alla semplice monetizzazione pay-per-click o al download di malware, con questa tecnica è possibile raggiungere ulteriori e più sofisticati obiettivi.
Tra le principali tecniche di manipolazione su Internet questa è la più recente e forse la più controversa degli ultimi tempi. Il microtargeting è il processo di suddividere le persone, per esempio gli elettori di una circoscrizione, in piccoli gruppi in base a dati demografici, interessi, pregiudizi o affiliazioni e a fornire messaggi su misura per attirarli e fare opera di convincimento su di essi.
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